Calcio. Le due vite di Alberto Lischi, il capostazione che sogna il grande salto

da | 28 Feb 2024 | Calcio, Interviste, Ultime Notizie

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I primi gol con le maglie di Livorno e Fiorentina, l’esordio tra i grandi con il Tuttocuoio e le successive esperienze targate Ponsacco, Pro Livorno Sorgenti, Ghiviborgo e Fucecchio per quello che sembra poter diventare uno dei difensori più ambiti di tutto il panorama dilettantistico toscano. D’improvviso però la vita decide di mettere alla prova quell’onesto mestierante del pallone che tanto bene aveva fatto sui campi che aveva calpestato: il colloquio come capostazione va alla grande, tanto da convincere Alberto ad accettare la posizione rinunciando a buona parte di quello per cui aveva corso e sudato fin da piccolo. E poi che succede?

DAL PRATO ALLA FERROVIA. E’ nato a Pisa come molti dei suoi coetanei livornesi, eppure lo ha fatto nello stesso anno in cui Igor Protti è tornato a difendere l’amaranto in Serie C1: il rapporto tra il piccolo Albertino e quel colore che tanto faceva sognare la Livorno sportiva ai tempi di Magnozzi, Viani, Stua, Piana e Capaccioli è destinato a sbocciare in adolescenza. Su di lui mette le mani la Fiorentina che lo porta a disputare il campionato Under 17 per poi lasciarlo tornare nella città dei Quattro Mori non prima di averlo formato a dovere per il calcio dei grandi. La prima chiamata importante arriva nel 2018 grazie all’ambizioso Tuttocuoio che tra le sue file annovera anche giocatori del calibro di Di Paola, Cascone e Gorzegno: a Ponte a Egola Lischi passa da essere un difensore centrale ad un esterno a tutta fascia e disputando anche alcune partite come mezzala con discreti risultati. Ponsacco, PLS, Ghiviborgo e Fucecchio le successive avventure del jolly labronico che nel 2022 si vede costretto a fare un passo indietro a causa degli impegni di lavoro: “Finito l’anno a Fucecchio avrei voluto proseguire in Serie D,” spiega Lischi ai microfoni di Labrosport, “La stessa società mi aveva chiesto di rimanere un altro anno, ma in estate trovai l’accordo con il Diesse del Mobilieri Ponsacco per la stagione successiva. Cominciato il periodo di prova, a settembre ho fatto un colloquio per provare ad entrare a lavorare nelle ferrovie come capostazione e sono stato preso: tutti i giorni dalle 8 alle 18 dovevo seguire dei corsi che mi hanno costretto a rinunciare all’ingaggio offerto dal Mobilieri Ponsacco”.

DA ACCIAIOLO CON FURORE. Sì ma poi? “Poi è successo che a novembre mi chiama il presidente del Fratres Perignano Valerio Biasci per propormi di andare a giocare ad Acciaiolo, se non altro per continuare ad allenarmi con ritmi più bassi rispetto alla Serie D ed all’Eccellenza. Da novembre a dicembre ho giocato appena due partite, dopodiché ho ottenuto lo svincolo per non gravare sulle casse della società”. E poi squilla ancora il telefono e dall’altra parte c’è Marco Braccini: “Sì, ho colto al volo questa meravigliosa opportunità e sono felice di essere tornato a giocare con regolarità e con la stessa voglia di prima”. A proposito, per info citofonare Paci… “Non era facile, la settimana prima la Massese ne aveva rifilati sei al Fucecchio. una squadra che difficilmente si scopre e che dietro conta un reparto molto solido. Il gol? Direi strano, il pallone mi aveva praticamente superato ed ho dovuto arretrare di qualche passo per colpirlo: è la prima rete che realizzo quest’anno, una sorta di rinascita personale”. A conti fatti il pareggio del Magnozzi può considerarsi un buon risultato, non trovi? “Credo proprio di sì, sia per quello che ti dicevo prima e sia per il lavoro svolto in settimana: abbiamo focalizzato gli allenamenti sui nostri movimenti anziché provare ad immaginare come avrebbe giocato la Massese, sulle palle inattive avevamo provato poco o nulla ed il mio gol è quanto di più lontanto da quello che ci chiede il mister (ride)”. Beh, per uno che almeno due o tre gol li ha sempre messi… “E’ vero, stavolta però le cose sarebbero dovute andare in un altro modo ma sono comunque contento perché ho permesso alla mia squadra di portarsi in vantaggio contro una delle migliori squadre del girone. Peccato per il pareggio, prendiamo quello che di buono abbiamo fatto e proseguiamo nel nostro cammino”.

ESAME TUTTOCUOIO. Quattro vittorie e due pareggi nelle ultime sei uscite: il peggio è passato? “Penso proprio di sì, ma non dobbiamo abbassare la guardia: domenica andremo a giocare contro il Tuttocuoio e siamo coscienti che un possibile risultato negativo metterebbe le inseguitrici in condizioni di accorciare notevolmente in classifica. Per come la vedo io non si deciderà niente prima dell’ultima giornata, il margine tra le squadre è minimo e basta veramente poco per finire risucchiati nelle zone calde. I playoff? La matematica ci permette ancora di sognare, vediamo partita dopo partita come si metteranno le cose”. Hai parlato di Tuttocuoio e non possiamo non chiederti come cercherete di arginare i neroverdi… “Oggi e domani lavoreremo sulla parte tattica, ancora non so dirti come il mister vorrà impostare la partita ma sono abbastanza sicuro che ci presenteremo al Leporaia con una condizione psicofisica decisamente migliore rispetto al match di andata”. Due parole su mister Bandinelli? “Un allenatore giovane ma che ha tanta voglia di dare una sua impronta alla sua squadra: ha tante idee di gioco e vuole sempre giocare palla a terra, qualità non certo comune tra i campi dell’Eccellenza. Le attuali condizioni del Magnozzi ci penalizzano molto, ma visti i risultati non c’è che da essere fiduciosi per il futuro a partire proprio dalla prossima sfida con il Tuttocuoio”.

TUTTA LA VITA DAVANTI. Torniamo a parlare di te: c’è ancora luce per vederti salire ancora di categoria? “Lo spero, a quel punto però sarei in grossa difficoltà con il lavoro (ride). Scherzi a parte, mi auguro sempre che la vita possa mettermi di fronte ad un bivio come è successo quando sono diventato capostazione: oggi riparto di slancio con una maglia importante come quella della PLS e con la consapevolezza di avere tutti i mezzi necessari per tentare la scalata un’altra volta”. C’è un compagno di squadra al quale sei particolarmente legato? “Ti dico due nomi, Cutroneo e Serafini: con loro condivido il tragitto verso il campo ed ho modo di passare più tempo rispetto agli altri. In genere sono considerato un po’ l’amicone di tutti e non amo molto i gruppetti, mi faccio ben volere da tutti ed è forse questa la mia qualità migliore”. Il giocatore a cui ti ispiri… “A casa mia abbiamo una predilezione per il Liverpool e per Steven Gerrard, lo ritengo uno dei giocatori più forti della sua epoca ed un leader che ogni calciatore vorrebbe avere nello spogliatoio. Guardando al mio ruolo, in quanto di fede bianconera, non posso non citarti la BBC, forse una delle difese più forti della storia del calcio”.

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